JOLE SANTELLI

Di Rino Girimonte

La morte mette tutti d’accordo, c’è una forza postuma che incarna chi ci lascia e che produce un afflato ecumenico, una vicinanza al dolore dei familiari, degli amici e, nel caso di Jole Santelli, alla comunità politica alla quale apparteneva. E c’è una gara ad incensare il defunto, a prescindere, succede spesso, mischiando la sofferenza e la tenacia della sua battaglia contro la malattia, la sua qualità umana, il suo coraggio, che merita tutto il nostro rispetto, con la sua gestione della Regione Calabria. Purtroppo c’è chi non capisce che la critica politica non ha niente a che vedere con il dispiacere e la pietà per una donna giovane che ci lascia, e s’affanna a rilasciare certificati che danno diritto a esprimere sentimenti di dispiacere o a intimare di tacere. Nel maremagnum italico non si è immuni dal virus dell’ipocrisia ma io rivendico il mio disagio ad accettarla. Anch’io ho scritto post non benevoli sulla capacità politica di Jole Santelli e li rivendico, ma nessuno può impedirmi di esprimere la mia solidarietà e le mie più sincere condoglianze per la sua scomparsa. Davanti alla morte siamo tutti vittime e per tutte si può spendere una lacrima poi, su ogni lapide, rimane la calligrafia dei propri atti.

#RinoGirimonte

Nato calabrese nella penuria degli anni ’50, a Roma sono cresciuto, ho frequentato la scuola della strada, l’università di filosofia e delle lotte, piccole e grandi patrie mi abitano ” amo la libertà delle righe sussurrate, insurrette, in eterna guerra contro le frasi armate”.