Gino Strada

Di Rino Girimonte

Qualcuno ha storto la bocca sulla proposta di nominare Gino Strada a Commissario della sanità calabrese. Non ha molto peso, secondo me, l’obiezione per cui siamo capaci a salvarci da soli, senza bisogno di affidarci a un papa straniero. Fra l’altro non sappiamo ancora se sia disponibile. Anche io sono convinto, lo dico generalizzando, che abbiamo in Calabria gente capace, a livello di competenze e integrità morale, in grado di svolgere questa funzione. Meno sicurezza ho sull’immunità ai condizionamenti ambientali, di relazioni d’ogni tipo e natura. Certo, nessuno, per quel che a me consta, ha qualcosa da ridire sulla specchiata figura di Strada, sulla sua straordinaria empatia con il dolore, sui meriti della sua Emergency, però c’è come un’alzata di scudi, una rivendicazione di calabresità, che dice no. Con quel che sta cadendo, forse, la provenienza non mi sembra un elemento decisivo nel momento di scegliere la persona giusta. Io credo che un uomo della sua esperienza e professionalità, con un bagaglio straordinario di umanità, potrebbe opporre una diga a decenni di intrighi e malaffare, all’uso che della sanità si è fatto, e non solo in Calabria, come bancomat e bacino elettorale, di intrallazzi d’ogni tipo. La responsabilità sull’incapacità dei commissari è della politica, di chi li ha nominati, e dovrebbero assumerla. È insopportabile, dopo quello che abbiamo visto, che il ministro della sanità difenda la professionalità di Cotticelli e il governo nomini un successore che si fa beffe dell’uso delle mascherine e non tenga la minima idea di contagiosità del virus. Ma aggiungo, per onestà, che se in Calabria sono arrivati i salvatori da fuori, che non hanno salvato nulla, è perché, purtroppo, le varie amministrazioni che si sono succedute in tutti questi anni, infiltrate da chi ha capacità per far passare un cammello per la cruna di un ago, ne hanno fatto di tutti i colori, tranne garantire un servizio sanitario decente agli uomini e alle donne della Calabria che, per questo diritto inalienabile, pagano le tasse. Poi, naturalmente, tutto è opinabile e chi ci vive e ne soffre tutte le deficienze, ha molti più titoli di me per farlo, che non ne ho nessuno.

Nato calabrese nella penuria degli anni ’50, a Roma sono cresciuto, ho frequentato la scuola della strada, l’università di filosofia e delle lotte, piccole e grandi patrie mi abitano ” amo la libertà delle righe sussurrate, insurrette, in eterna guerra contro le frasi armate”.