FURBETTO BORIS DEGLI ACCORDI STRACCIATI, ALLORA RIPARLIAMO DI GIBILTERRA

DI ENNIO REMONDINO

Effetti collaterali. Se il Regno Unito non rispetterà l’accordo con l’Ue, la Spagna potrebbe ridiscutere di Gibilterra. E in termini di diritto, il borioso Boris avrebbe ben poco di contestare. Lo ricorda Matteo Castellucci su Linkiesta. Londra e Madrid hanno firmato un memorandum d’intesa sul ‘territorio britannico d’oltremare’ (definizione di triste memoria imperiale) nella penisola iberica. E il patto scadrà col periodo di transizione post Brexit. Facile da prorogare, avendo a che fare con un governo britannico ancora amico e ancora credibile in termini politico diplomatici...

Un’Irlanda del Nord sul Mediterraneo

«Cosa aspetta questo strapuntino del (fu) impero britannico dopo le colonne d’Ercole della Brexit?», la domanda che si pone il cronista. Gibilterra trascurato fronte di contesa possibile tra Unione europea all’estremità del continente. Detta in altro modo, «Un’Irlanda del Nord sul Mediterraneo». E Bruxelles (e la Spagna) sono decisamente ‘irritate’ per l’ennesima furberia di Boris Johnson.

Gibilterra alla fine del fu Impero

Sei chilometri quadrati di territorio, e 32 mila abitanti,  un aeroporto, la Rocca sorveglia uno dei bracci di mare più trafficati al mondo. Per via della posizione strategica, da secoli è contesa da due potenze: la Spagna, che la considera l’«ultima colonia» del defunto impero britannico su suolo europeo, una enclave dentro l’Andalusia, e la Gran Bretagna modello ‘Regina Vittoria’ che la comprende quel pezzo di Spagna tra i 14 ‘territori d’oltremare’, come le Falkland con l’Argentina.

Flotta anglo olandese a vela

Gibilterra venne occupata nel 1704 da una flotta anglo-olandese. Allora le guerre erano più apertamente di oggi ‘a prendere’. Nel trattato di Utrecht alla pace nel 1713, Gibilterra venne ceduta «para siempre» (letterale) alla corona inglese. ‘Para siempre’ tra monarchi e imperi, poi venne la democrazia. I sudditi diventano cittadini ma sempre con passaporto British: «c’è un Parlamento, ma il governatore è stabilito da Londra». Due referendum, 1967 e 2002 confermano alla scelta britannica.

Ma nel 2016, Gibilterra ha votato in aperta controtendenza alla madrepatria sull’addio all’Ue con il «Remain» Ue al 95.9%. E ora sono guai per Boris.

Altra sciagura Brexit

Il 31 dicembre, sappiamo, scade l’«anno di transizione» post-Brexit, cioè la proroga del vecchio regime doganale e di reciproche garanzie tra paesi Ue e Regno Unito. E la Gibilterra ‘britannica’ ha lo stesso problema di dogana da regolare con la Spagna che ha l’Irlanda. Rapporti futuri scritti nel patto che ora furbetto Boris sta violando col disegno di legge sul mercato interno.

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