ELIO GERMANO, UN TALENTO ISTRIONICO

 

Di Marino Bartoletti

Capisco la nostalgia (di cui, vista l’età, sono cintura nera): ma credo che bisognerebbe trovare sempre la forza, la gioia e la positività di apprezzare il bello del presente. Qualche giorno fa ho celebrato su questa pagina il talento straordinario di Pierfrancesco Favino, trionfatore alla Mostra del Cinema di Venezia, ricevendo ovviamente molte adesioni. Eppure, allo stesso tempo, oltre a chi l’ha buttata in caciara mettendo in dubbio la sua bravura (con ragionamenti che nulla avevano a che vedere con l’argomento specifico), si sono manifestati non pochi “contestatori” che si sono abbandonati a paragoni non sempre generosi fra la nostra nuova generazioni di attori e tanti (giustamente) celebri “predecessori”. Allora ecco quelli che “Mastroianni si rigira nella tomba”, “Sordi è irraggiungibile”, Gassman di qua, Manfredi di là. Come se elogiare un contemporaneo dovesse voler dire mettere discussione il passato.
Invece io sono convinto che ci sia una generazione di quarantenni (o poco più, o poco meno) che stanno veramente onorando il cinema italiano: e che in alcune performance non sono affatto da meno degli indiscutibili Padri che tutti sappiamo. Uno di loro, quarantenne, lo diventa proprio oggi: e voglio davvero vedere chi avrà il coraggio di alzare il sopracciglio alla mia affermazione che Elio Germano è un attore di una bravura e di una versatilità straordinarie: sia per la sua modernissima tragicità (nel senso più vasto ed etimologico del termine) che per la capacità mimetica di calarsi in personaggi con cui ben pochi avrebbero avuto il coraggio di misurarsi (due per tutti, Leopardi e Ligabue). Per uno che ha cominciato cantando a otto anni “ba-ba-Bauli” mi sembra che non sia andata malissimo.
Miglior attore a Cannes, a Berlino, tre David di Donatello, tre Globi d’oro, un Nastro d’argento. Quarant’anni, quaranta film. E che film!
Poi ci sarà chi preferisce lui, o Borghi, o Giallini, o Marinelli, o lo stesso Favino ecc. Ma vogliamo riconoscere (poi in un’altra occasione parleremo anche di donne) che non ci possiamo affatto lamentare?

#MarinoBartoletti