È morto per coronavirus Giulio Giorello, filosofo della scienza.

È Morto a Milano il filosofo Giulio Giorello, aveva 75 anni. Nato nella stessa Milano il 14 maggio del 1945. Era allievo di Ludovico Geymonate ne divenne il suo successore nella cattedra di Filosofia della Scienza all’Università Statale milanese.
Era stato ricoverato per il Coronavirus circa due mesi fa al Policlinico, da cui era stato dimesso da una decina di giorni. Negli ultimi giorni però la situazione era peggiorata. Ha voluto sposarsi tre giorni fa con la sua compagna anche lei epistemologa, Roberta Pelachin.

Giorello era il filosofo della scienza, appassionato e convinto difensore della libertà umana in tutte le sue forme.
Una biografia piena di sfaccettature, un intellettuale eclettico e originale. Non sdegnava la polemica, ma sempre rivolta con garbo.
È stato presidente della Società italiana di logica e filosofia della scienza, amante dei fumetti, della verde Irlanda e delle sue leggende, un uomo estremamente curioso su tutto quello che si muoveva nella società, sempre aperto al confronto.

Tra i titoli della collana Scienza e Idee, che dirigeva per l’editore Raffaello Cortina, si scorge subito un quadro impressionante di quanto vasti e articolati fossero i suoi interessi. Docente di Filosofia della scienza all’Università Statale di Milano dopo aver insegnato in diversi altri atenei, attento conoscitore della produzione accademica internazionale, Giorello era tra i fautori dell’apertura al dibattito pubblico italiano rispetto a tematiche lasciate un po’ troppo ai margini, considerate spesso un percorso troppo arduo per i non addetti ai lavori: dalle neuroscienze, alla paleontologia o la psicologia evolutiva, la fisica delle particelle, inoltre la mitologia, la ricerca filosofica, la bioetica. Il suo immenso lavoro di indirizzo culturale veniva implementato con i fatti, proprio per agevolare il superamento delle barriere tra pensiero umanistico e scientifico.
Giorello era appassionato anche di storia della scienza, in particolare le dispute novecentesche sul “metodo”, e di storia delle matematiche (Lo spettro e il libertino). Nel 1981 ha curato con Marco Mondadori l’edizione italiana di Sulla libertà di John Stuart Mill.

Impegnato tra lo studio di critica e la crescita della conoscenza. Particolarmente rivolto alle discipline fisico-matematiche e l’analisi dei vari modelli di convivenza politica. Le sue prime ricerche in filosofia e storia della matematica, fino ad ampliare i suoi interessi verso le tematiche del cambiamento scientifico e delle relazioni tra scienza, etica e politica. La sua visione politica era liberal democratico e si ispirava, tra gli altri, al filosofo inglese John Stuart Mill.
Giulio Giorello era ateo ed ha scritto a riguardo il libro Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo.

Giorello era assolutamente convinto che anche gli argomenti complessi potessero essere affrontati in forma divulgativa, tanto da coinvolgere anche il lettore non preparato sulla materia. Aveva fatto da apripista all’interesse per il sapere scientifico che si manifesta oggi nelle più diverse iniziative, dai festival alle collane editoriali. Per il “Corriere della Sera” sin dal 1985 e poi per la nuova serie de “la Lettura”, Giorello era stato una figura di riferimento prezioso, la sua grande preparazione gli permetteva di districarsi e intervenire su problemi complessi riguardanti l’astronomia, la filosofia, la matematica, il destino dell’uomo. Un uomo pieno di entusiasmo, socievole, che si soffermava anche a dialogare con personaggi della musica e dell’intrattenimento, soprattutto se giovani. Con uno spirito sempre da eterno ragazzo, desideroso di fare nuove esperienze intellettuali, era una delle sue caratteristiche principali assieme alla generosità assoluta e alla cordialità sincera. Ci lascia, per colpa di questo maledetto virus, una persona piacevole, elegante, una mente eccelsa.