Di Giorgio Consolandi
Le manifestazioni di protesta hanno spesso avuto accessi ed eccessi sfociati in violenza anche estrema. Le cose non sono mutate nel tempo, sono semmai peggiorate per l’aspetto sociale e urbano, che da queste estremizzazioni subiscono un sicuro danno diretto.
Le manifestazioni di protesta più violente prevedono tavolini sfasciati, arredi urbani distrutti, automobili danneggiate, piccoli incendi e vetrine spaccate. A chi giova tutto questo?
Facciamo degli esempi, poniamo il caso che un gruppo di cittadini decida di scendere in piazza per protestare contro un provvedimento che presuntamente penalizzi i commercianti. Bene, questi eroi della protesta gridano a gran voce contro uno Stato dispotico che toglie la libertà e costringe alla fame quei commercianti.
Per rendere la protesta più forte ed efficace si provvede poi a dar fuoco a cassonetti (un bene pubblico), danneggiare auto in sosta, anche arrivando ad incendiarle (un bene privato di qualche cittadino incolpevole), infrangere vetrine, penetrare nelle attività commerciali, saccheggiarle e distruggerle (un bene privato).
TUTTO SECONDO COPIONE
Invece non è così, perché l’effetto di questo copione, che prevede danneggiamenti e distruzione, si riversa proprio contro gli stessi che si ha la presunzione di difendere. Il paradosso è insito proprio nell’azione distruttiva che ricade sui commercianti, già vittime della presunta misura dispotica del governo.
Gli attori di queste proteste colorite ed esagerate, sono per lo più cittadini animati, a torto o a ragione, da profonde convinzioni politico-sociali ma anche di giustizia e di corretta protesta popolare. Purtroppo tra loro si infiltrano i professionisti del teppismo, vere teste di cazzo che nulla hanno a che spartire con le politiche sociali. Si tratta prevalentemente di manovalanza sfruttata da chi vuole strumentalizzare, da chi vuole destabilizzare. Costoro, poverini, non sono realmente colpevoli del proprio operato, sono piuttosto vittime di giochi di potere o contropotere che certe regie adoperano come marionette. E loro, i poverini, nemmeno se ne rendono conto, non si pongono domande, seguono il capobranco!
Ogni tanto qualcuno viene fermato dalle Forze dell’ordine o capita che rimedia qualche manganellata. Ma che sarà mai una testa rotta o un processo per atti vandalici, al cospetto dell’eroica presenza in piazza. Parigi val bene una messa.
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