Di Rino Girimonte
Avevi licenza di uccidere e noi il privilegio di ammirarti, di farci catturare dal tuo sguardo, l’eleganza, il portamento. Ci sono attori che entrano con forza d’arte, personalità, presenza, nel ristretto Olimpo degli eletti, il suo fascino l’accompagnava fuori dallo schermo, la trama era quasi una scusa, qualsiasi storia l’avrebbe resa credibile con la sua interpretazione, ce la saremmo bevuta incantati, avrebbe fatto bella una orrenda poesia. Era come i grandi chitarristi, rispetto ai quali è chiaro che “dove finiscono le mie dita debba in qualche modo cominciare una chitarra” e lui si toglieva l’abito impeccabile di Bond, indossava il saio di saggezza di fra Gugliermo de Baskerville ed era sempre Connery, Sean Connery.
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