Di Nani Marcucci Pinoli
“Sangue del mio sangue”
“Carne della mia carne”
“Pupille dei miei occhi”…
Frasi, forse, esagerate.
Forse. Ma provate ad avere un figlio,
a stringerlo al petto,
ad insegnargli a camminare
e a parlare
e, da grande,
a trepidare per le sue malattie,
per i suoi ritardi,
a sentirlo chiamare
con il vostro stesso cognome,
vederlo così uguale,
ascoltarlo attentamente,
giorno dopo giorno,
mentre prende, nella vita,
il vostro posto.
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