A casa di mio figlio Filippo che scrive da Dio e bevendo un caffè

Di Mario Rigli

In campagna dove abito io non esistono palazzi come quelli. Cinque piani e senza ascensore. Ogni volta cerco di dirmi di prenderli con calma, di accarezzare gli scalini invece di scalarli. Ma tutte le volte arrivo su stremato e boccheggiando come una trota presa all’amo. Non prendo mai le misure ed i tempi. Ma quanto è bello rimanere senza fiato, salire quegli scalini con passo sempre più veloce con l’aria che ti manca, sbuffando come una pentola a pressione, come è bello fare quei gradini jusq’au bout de souffle. Su, all’ultimo dei cinque piani c’è mio figlio che mi aspetta. Ed allora la tachicardia del cuore, è tachicardia del cuore ma non solo in senso fisico, ma tachicardia di amore. E come è bello l’abbraccio, baciarlo su quella barbaccia folta, ispida e nera, come quella mia dei miei quarant’anni. E sentire scorrere il mio sangue in quell’abbraccio stretto e vigoroso. E poi parlare di nulla, del suo gatto che ha il diabete, della mia gatta che non vuole uscire di casa, del suo lavoro e del mio non lavoro, appena appena di politica, e dello scrivere, sua e mia passione. Come è bello sorseggiare un caffè della moka addolcito col miele. Filippo non usa zucchero e qualche volta non ricorda di comprarlo per quando vado a trovarlo. Ma mi piace anche con il miele, solo il suo però.
E poi capita che mi pettini, anzi non capita lo fa sempre, capita che mi lavi addirittura la testa. Sono davvero fortunato è come se tornassi giovane, dopo la mia separazione, e a casa dei miei, dopo una giornata al mare per evadere, tornavo bruciato e rosso come un peperone. Non avevo mani femminili che mi dessero alcuna protezione e allora mio padre mi spalmava la crema sulle spalle arrostite. Mio figlio come mio padre, e mi piace stare nel mezzo. Mi piace quando mi pettina e mi dice “ barbone curati un po’ di più”.
E poi mi da l’ultimo racconto, sul quale vuole un giudizio. Questa volta è un racconto lungo, una quarantina di pagine, ma lo leggerò volentieri. Filippo scrive da Dio. E poi mi dice: babbo misurati questi, e mi porta un paio di scarponcini-stivaletti nuovi, portati forse un paio di volte. Ti stanno? mi dice, anche se sa che abbiamo lo stesso numero. Mi fanno male, prendili. Non so se è vero, o è per il fatto che mi ha visto con scarpe di tela estive. Si mi stanno. Lui è contento ed anch’io lo sono, non per gli stivaletti. Starei ancora lì a lungo, ma si fa buio e non mi piace guidare in autostrada di buio. È più agevole scendere cinque piani che salirli. Bacio ancora la sua guancia coperta dalla sua barbaccia nera, ci abbracciamo forte e comincio a scendere i gradini. L’autostrada con tutti quei camion non la sopporto più, ma sono a casa.
Sono a casa contento perché sono stato un po’ con mio figlio. Stasera andrò a cena da un mio amico e mi metterò gli stivaletti di Filippo.

#MarioRigli

Nato a Terranuova Bracciolini il 7-7-49. Si è occupato di poesia e narrativa da sempre. Ha partecipato, con importanti riconoscimenti, a numerosi premi letterari nazionali e internazionali. Nel corso del 1985 ha pubblicato il volume di racconti “Laurine” presso l’Editore “La Ginestra” di Firenze, ha ottenuto la targa di rappresentanza alla decima edizione del Premio Casentino, il Primo Premio Assoluto al “Cardo d’Argento”, il 1° assoluto a Concorso Internazionale “Natale di Pace” a Roma. Per il complesso della sua attività gli è stato conferito il riconoscimento “Gli Etruschi” a Roma. Nel 1986 ha conseguito il Premio Speciale “Trofeo delle Nazioni” a Roma, il 2° ex-aequo per la poesia al concorso “Federico Garcia Lorca” , il 6° premio per la narrativa alla XVI edizione del premio “San Valentino” di Terni, il Trofeo di Rappresentanza alla undicesima edizione del “Casentino”, il 5° ex-aequo per la poesia al premio “Città di Cava”: Nello stesso anno gli è stato conferito il riconoscimento “I Protagonisti”. Nel 1995 ha pubblicato la raccolta poetica “Immaginato nettare” con l’editore carta verde e nel 1998 la raccolta poetica “A ticket to hell” a due mani con il figlio Filippo sempre per l’editore Carta Verde. Suoi lavori recenti sono “Schegge di Luna” pubblicato in arabo nel 2013 ad Amman in Giordania traduzione e prefazione del poeta e traduttore Nizar Sartawi. Una pubblicazione a Mombay sempre nel 2013 in lingua hindi da parte della poetessa e traduttrice Vijaya Kandpal. La traduzione e la prefazione per il poeta arabo candidato al nobel per la poesia Munir Mezyed del volume “Le uve della vigna del cielo” pubblicato in Italia da Albatros nel 2011. Ha partecipato come unico autore italiano alla antologia poetica internazionale “The second genesis” pubblicata a Waipur India. Nel 2014 è stato coautore del libro “Intelligenze per la pace” insieme a Gianmario Lucini per le edizioni CFR. Nel 2014 ha scritto la prefazione e illustrato il libro “Le luci del Pratomagno di Ulisse Giovannuzzi. Nel 2015 ha scritto la postfazione del volume : “Storia di una mattonella di graniglia” di Fernando Poccetti. Nel 2016 ha tradotto in Italiano e ha fatto la prefazione per il volume “The birth of a poet” del poeta libanese Mohammad Ikbal Harb edito da Inner Child Press (Usa) e ha partecipato con sue poesie alle antologie internazionali “Morocco” e “Aleppo” sempre edite da Inner Child. Nel 2017 si è tenuta una sua retrospettiva nella sala del Consiglio Comunale di Terranuova Bracciolini, di pittura, scultura, poesia, narrativa e musica di quarant’anni del suo lavoro. Nel novembre del 2017, come paroliere è uscito il suo CD “Poesie in Musica” musicato, arrangiato e cantato da Fabio Martoglio. Le sue poesie sono tradotte in inglese, francese, spagnolo, portoghese, macedone, russo, arabo, hindi, pagasinian, tedesco . Suoi racconti e poesie sono presenti in antologie e riviste. Come pittore e scultore ha partecipato a molte mostre regionali e nazionali.